11 gennaio 2012

La Guerra della Goldman Sachs

"Non è una Guerra? Eppure le vittime ci sono:
sono sempre di più gli imprenditori suicidi che
danno il via ad una contabilità  angosciante"
Per quanto continueremo ad ignorare?
Oggi le guerre non si combattono più con i carri armati ma, a ben vedere, è in corso la Terza Guerra Mondiale anche se il "nemico" utilizza le più sofisticate (ma neanche tanto) tecniche di mimetismo.

Nelle discussioni quotidiane, anche da bar dove la sopravvivenza di tutti i giorni ci impone ritmi elevati che non permettono di fermarsi a riflettere, utilizziamo spesso delle frasi apocalittiche forse per esorcizzare quello che nel subconscio riusciamo a cogliere: "... e non abbiamo ancora toccato il fondo!", "siamo al capolinea!", "tutta colpa delle banche!" e così via!
Non sarà sicuramente colpa delle banche, almeno non tutte e nella stessa misura.
Difficile puntare il dito da qui in basso, dove non ci è dato vedere niente di quello che accade ai piani alti, però se tre indizi fanno una prova, qui abbiamo forse qualcosa di più per iniziare a dubitare che la Grande presa per i fondelli sia magistralmente diretta da un unico Direttore d'Orchestra.

La Dittatura Silenziosa (?)
no comment
Goldman Sachs fa la sua profezia sull'EuroZona ma detta le condizioni perché si possa avverare, influenzando così nuovamente i mercati e condizionando i Governi indipendenti che devono realizzare alcune politiche care alla banca d'affari (ma sono veramente indipendenti da Goldman Sachs?).

Dal Sole24Ore si legge:  «lo scenario di base per il 2013 è che l'Eurozona vi arriverà intatta e avendo adottato misure importanti per stabilizzare i mercati e l'economia». È quanto scrivono oggi gli analisti della banca d'affari nel rapporto settimanale alla clientela sulle prospettive europee.


«Perché si realizzi questo scenario relativamente benigno tuttavia - avvertono gli analisti di Goldman Sachs - occorre che vengano prese delle decisioni politiche cruciale e controverse nel corso dei prossimi mesi:
  1.  la Germania deve essere pronta a sottoscrivere una mutualizzazione del debito a livello di eurozona (quindi gli Eurobond);
  2. la Francia deve essere disposta a cedere una maggiore parte della propria sovranità fiscale alle entità sovranazionali;
  3. Italia e Spagna devono attuare in maniera credibile i loro programmi di riforma annunciati sino a ora;
  4. devono essere adottate misure per evitare default unilaterali o disordinati anche da parte dei più piccoli Paesi periferici.
Se queste decisioni non verranno prese - spiega Goldman - allora il nostro scenario di base sarà a rischio».

Siamo nelle mani giuste
SuperMario (i)
Quello che però non si troverà nei rapporti della Goldman, sono alcune vicende che indicano fortemente la non estraneità a livello mondiale della banca di essere una della maggiori protagoniste in assoluto della genesi della Crisi che ha messo a rischio la stabilità finanziaria del Mondo se non compromessa definitivamente.

La stampa e il mondo dell'informazione in generale ne è stata finora il complice omertoso ma i dubbi, fin dalle prime ore di alcuni, si stanno insinuando a livello internazionale in sempre più media e finalmente anche in qualche organo di stampa italiano.

Un esempio viene dai cugini d'oltralpe di Le Monde (un quotidiano tutt'altro che di destra).
Il giornale parte da Mario Monti e Mario Draghi per accusare la banca d’affari statunitense di gestire un occulto direttorio europeo capace di manovrare, in base ai propri interessi, gli uomini chiamati prima a generare e poi governare la crisi dell’euro.
Perché i giornalisti francesi tirano in ballo questi illustri italiani?

La caccia di Le Monde ai Goldman’s Boy parte proprio da Mario Monti. Come ricorda il quotidiano francese il nostro premier in pectore ha collezionato non solo l’incarico di consigliere internazionale della Goldman Sachs, conferitogli nel 2005, ma anche le cariche, non proprio ininfluenti, di presidente della Commissione Trilaterale e di socio del Bilderberg Group.
Dunque egli è dal 2005 è International Advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del “Goldman Sachs Global Market Institute”. Cioè dall’anno in cui si stava progettando la crisi economica mondiale.

Ma l’appartenenza alla Trilaterale e al Bilderberg sembrano dei requisiti irrinunciabili per tutti i Messia delle disastrate nazioni europee anche se a leggere, ad esempio, uno dei rapporti partoriti dalla Trilaterale, "The Crisis of Democracy", non è molto rassicurante sapere cosa ispira questi Campioni Illuminati:

" Il funzionamento efficace di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi. In passato [prima degli anni ’60; ndr] ogni società democratica ha avuto una popolazione di dimensioni variabili che stava ai margini, che non partecipava alla politica. Ciò è intrinsecamente anti-democratico, ma è stato anche uno dei fattori che ha permesso alla democrazia di funzionare bene "

Non meno inquietante è quanto dichiara Zbigniew Brzezinski, altro membro effettivo e tra i fondatori della Commissione Trilaterale: "è più facile ammazzare milioni di persone che controllarle".

Che cosa si racconteranno veramente questi signori in questi incontri esclusivi, non ci è dato a sapere ma vediamo poi dove li ritroviamo ad incrociarsi con le nostre vite e cosa hanno a che fare con i destini dei governi e della finanza mondiale. 

Non Crediamo ai complotti
Herman Van Rompuy, un signor nessuno.
Viene invitato a una riunione del club Bilderberg e
qualche giorno dopo viene eletto presidente Ue.

Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europeo e
José Manuel Barroso presidentedella Commisione
Europea non sono estranei alla massoneria.
Ritorniamo ai sospetti di Le Monde sui nostrani SuperMario(i):  Mario Draghi l’attuale governatore della Bce, titolare tra il 2002 e il 2005 della carica di vice presidente della Goldman Sachs International. In quel fatale 2005 la Goldman Sachs rifila alla Grecia gli strumenti finanziari indispensabili per nascondere i debiti e metter piede nell’euro. A render possibile il raggiro targato Goldman Sachs contribuisce non poco Lucas Papadémos, il premier greco, membro come Mario Monti della Commissione Trilaterale, chiamato oggi - al pari del “Supermario” denoatri - a salvare la patria in pericolo.
Ma Mario Draghi ricopre quelle cariche proprio nel periodo in cui in America le banche d’affari erano scatenate in manovre speculative e scavavano il baratro finanziario che si è materializzato nel 2008, trascinando il resto del mondo. Non sapeva nulla di queste tendenze l’economista italiano?
Su Presseurope Gabriele Crescente scrive: “Nel 2000 Goldman Sachs International, la filiale britannica della banca d’affari americana, vende al governo socialista di Costas Simitis uno “swap” in valuta che permette alla Grecia di proteggersi dagli effetti di cambio, trasformando in euro il debito inizialmente emesso in dollari. Lo stratagemma consente ad Atene di iscrivere il ‘nuovo’ debito in euro ed escluderlo dal bilancio facendolo momentaneamente sparire. E così Goldman Sachs intasca la sua sostanziosa commissione e alimenta una volta di più la sua reputazione di ottimo amministratore del debito sovrano.”

I tentacoli della Piovra  Goldman Sachs arrivano dove conta
Chi mangia chi?
Non solo in Europa (dove l'elenco è ancora lungo, possiamo citare ad esempio ancora solo Romano Prodi con le sue consulenze per la banca d'affari e il suo sodale Massimo Tononi, il 47enne manager bocconiano nominato nel 2006 sottosegretario all’Economia del governo Prodi dopo una fulgida carriera in Goldman Sachs. Tornato alla Goldman dopo quell’esperienza, Tononi è oggi il presidente di Borsa Italiana, la società di proprietà del London Stock Exchange che controlla Piazza Affari. Una carica assunta lo scorso giugno, poche settimane prima del fatidico decollo dello spread. Uno di quei casi che solo Dio sa spiegare), ma è interessante notare come gli uomini della Goldman hanno ricoperto incarichi importanti anche e sopratutto nell’amministrazione Usa, arrivando a ruoli di primo piano. Durante l’amministrazione Clinton l’ex direttore generale della Goldman Sachs, Robert Rubin, divenne sottosegretario al Tesoro. Nel 2004, Henry Paulson, amministratore delegato dalla Goldman, fece approvare alla Commissione dei Titoli e Scambi un aumento dei limiti sul rapporto di indebitamento, permettendo alle banche d’investimento di avere ulteriori prestiti da utilizzare  per manovre di speculazione. Nel 2005 Raghuram Rajan, capo economista del Fondo Monetario Internazionale (2003-2007) pubblicò un rapporto in cui annunciava il rischio che le società finanziarie, assumendo grandi rischi per realizzare enormi profitti a breve termine, avrebbero potuto far collassare il sistema economico. Nella prima metà del 2006 la Goldman Sachs vendette 3,1 miliardi di dollari di Cdo e in quel periodo l’amministratore delegato era proprio Henry Paulson. Il 30 maggio 2006 George Bush lo nominò segretario del Tesoro e fu costretto a vendere le sue azioni della Goldman, intascando 485 milioni di dollari (e grazie a una legge di Bush padre non pagò nessuna tassa).

Nell’aprile del 2010 i dirigenti della Goldman Sachs furono costretti a testimoniare al Congresso americano: Daniel Sparks, ex capo reparto mutui della Goldman (2006-2008) dovette riferire su alcune email in cui definiva certe transazioni “affari di m…”. Fabrice Tourre, direttore esecutivo prodotti strutturati della Goldman Sachs vendeva azioni che definiva “cacca”. Llyod Blankfein, presidente di Goldman, e David Viniar, vicepresidente esecutivo, sotto le pressanti domande del senatore Carl Levin furono costretti ad ammettere che sapevano di vendere spazzatura.

Purtroppo anche Barack Obama ha confermato il potere della banca d’affari. Il nuovo presidente della Federal Reserve Bank di New York (principale azionista della Fed) è William Dudley, ex capo economista della Goldman (che nel 2004 lodava i derivati). Capo del personale del dipartimento del Tesoro è Mark Patterson, ex lobbista della Goldman Sachs. A capo della Cfct si è insediato Gary Gensler, ex dirigente della Goldman Sachs che aiutò ad abolire la regolarizazione dei derivati.

Sembra una storia infinita, potremmo ancora citare, non a caso, Peter Denis Sutherland presidente non esecutivo della Goldman Sachs International, membro del Bilderberg Group e presidente onorario della Trilaterale. E' stato chiamato a dirigere le operazioni per il salvataggio dell’economia irlandese. Peccato che la Commissione Trilaterale, ideata nel 1973 da David Rockfeller, venga spesso accusata di non essere non soltanto un “think tank” dedito al coordinamento delle politiche di Asia, Europa e Stati Uniti, ma un centro di potere occulto creato - scriveva il senatore repubblicano Barry Goldwater - per sviluppare «un potere economico mondiale superiore ai governi politici delle nazioni coinvolte».

Siamo in guerra ma le bombe sono nascoste: Goldman Sachs responsabile del rialzo spread

Abbiamo sempre bisogno di un "Utile Idiota"
L'abbiamo lasciato per ultimo, come una bomba per far molto rumore.
Peccato che la bomba l'abbia sganciata qualcun'altro e non ha fatto nemmeno notizia! Gli unici forse a parlarne sono stati i giornalisti di Milano Finanza in un articolo online quasi esattamente un mese fà.
Ci sarebbe Goldman Sachs dietro all'ondata di speculazioni che ha in pochissimo tempo innalzato artificialmente lo spread tra i buoni del tesoro poliennali italiani e suoi cugini tedeschi. Uomini Goldman Sachs hanno  innescano la crisi, uomini Goldman Sachs si propongono per risolverla, salendo a Palazzo Chigi per realizzare misure che non sono state dibattute né sottoscritte attraverso un mandato elettorale da nessun cittadino italiano.

Dio ci salverà
Come già citato sopra per il caso del Presidente della Borsa Italiana, accadono casi che solo Dio sa spiegare
ma forse è proprio quello che abbiamo sottovalutato: non lo sapevate, ma pare che a Manhattan, al numero 85 di Broad Street ci abbiano trasferito il Paradiso (già dimora di Dio). Nella realtà banale di tutti i giorni appare la sede della Goldman Sachs e nel 2009, seduto serafico nella poltrona di amministratore delegato, Lloyd Blankfein (solo nel 2007, 68 milioni di dollari di stipendio che nemmeno tutti insieme i dipendenti italiani riescono a fare in un anno) rilasciava un'intervista a John  Arlidge per il The Sunday Times .
Candido come un bambino, alle domande del giornalista (chissà, magari per prenderlo per il culo?) che lo incalzava sulla natura del suo lavoro rispondeva: "faccio il lavoro di Dio"!


5 commenti:

Anonimo ha detto...

I guai non li ha fatti Monti ,Draghi ..ecc....i guai li ha fatto chi ha indebitato lo Stato ,Da CRXI a BERLUSCONI .Se il nostro debito anzicche il 120% sarebbe il 60% del PIL , sia il fondo pensionati danese, sia tutte le banche del mondo ci presterebbero soldi al 2% come fanno con la Germania . Noi vogliamo sperperare come italiani e poi chiedere agli altri essere buoni con l'Italia . giovanni

Abbatangelo ha detto...

verissimo, il problema è ancora Berlusconi ed il suo compare che gli ha regalato le tv, si quello morto latitante in tunisia.
Insieme hanno creato piu di un miliardo dei due di debito pubblico.

Anonimo ha detto...

Non sono berlusconiano ma la colpa è di tutti i politici che ancora sono lì, vi ricordate il pentapartito manca solo craxi perchè è morto, gli altri sono sempre tutti lì, hanno indebitato anche i nostri nipoti, e noi stiamo sul divano, bisogna mobilitarci e mandarli tutti a casa, revocargli pensioni e vitalizi, fargli pagare i danni che hanno causato, sequestrargli le ville ecc. ecc.

Anonimo ha detto...

Vedo che questo bell'articolo non è stato ben compreso , almeno dai primi tre commenti , peccato ! (sonolui)

Anonimo ha detto...

Dalla lettura dei commenti si evince uncora una volta la pochezza intellettuale se non l'ignoranza dell'italiano medio che si preoccupa solo di avere 2 tel. portatili, 5 Tv in casa e del calcio, sputando veleno dettato da ideologie ed odi. I problemi del Paese sono dati dagli atteggiamenti del mondo finanziario (banche) e dall'enorme peso dell'apparato dello Stato (4 milioni di dipendenti -una vergogna-, strutture in affitto, benefits, ecc. che assorbe + del 50% del PIL)

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