27 gennaio 2012

Liberalizzazioni, confusione e sprecata un'occasione

Analizzando il nuovo Decreto, si
trovano concetti di liberalizzazione
molto discutibili
Ritenedola un'analisi interessante, da cui prender spunto per una riflessione di dove sta andando il mercato dei mutui, riportiamo un commento spulciato su Chicago-Blog, il sito di Oscar Giannino. L'argomento è l'articolo contenuto nel decreto che ha trattato le "liberalizzazioni" in un modo, a dir poco discutibile. Nei settori toccati, troviamo le polizze vita affiancate ai mutui che spesso le banche inseriscono subdolamente nella generalità delle operazioni per concludere la delibera del finaziamento (ne abbiamo parlato qui mentre per lo stesso argomento e per l'iniziativa Isvap, ne abbiamo parlato qui). Ecco l'intervento del lettore che si firma "Maggioranza silenziosa":

Per un mutuo è OBBLIGATORIA solo l’assicurazione sullo scoppio/incendio dell’immobile oggetto di ipoteca. Le banche “propongono” l’assicurazione sulla vita come presupposto per la delibera del mutuo, ma NESSUNO è obbligato a stipularla. Presentato in questo modo, l’art. 29 può diventare l’escamotage che consentirà alle banche di imporre l’assicurazione sulla vita. In questo caso i mututatari dovranno mettere in conto, a seconda della loro età e della durata del mutuo, una spesa anche superiore ai 10/15.000€ che le banche, gentilmente, si offriranno di finanziare. Questo perchè il premio assicurativo sarà pagato in un’unico importo all’accensione del mutuo. Se vogliamo parlare dell’importanza di questo business per le banche, teniamo conto che fino al 60% di tale premio è il margine di ricavo per la filiale, che entra subito nel suo conto economico. Basterà che la banca, oltre alla compagnia di casa, faccia delle convenzioni con almeno un’altra compagnia vita (in un rapporto di finta concorrenza), per legalizzare una ulteriore vessazione ai danni dei consumatori.

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