26 novembre 2011

Fitch declassa otto banche italiane

Il Sole 24 ORE - Finanza e Mercati 
Affonda il Sistema Euro?

Discesa dei tassi di interesse e costi della raccolta in crescita: la crisi globale ha stretto in questa morsa le banche italiane di media dimensione, che si trovano così a fare i conti con «un nuovo contesto in cui la redditività operativa si è contratta». È il giudizio dell'agenzia internazionale Fitch, che ieri ha rivisto al ribasso la valutazione a lungo termine su otto istituti, mantenendo inoltre un outlook negativo.

Nella scala dei rating, il taglio è stato di un gradino per la Popolare di Sondrio ("A-" da "A"), il Credito Valtellinese, Veneto Banca e la Banca Popolare di Vicenza (per tutte e tre a "BBB" da "BBB+"). Revisione di due livelli, invece, per Credem ("BBB+" da "A"), Bper ("BBB" da "A-"), Bpm ("BBB" da "A-") e Banca Etruria ("BB+" da "BBB"), unica tra le otto banche a scivolare sotto la soglia dell'investment grade e a essere quindi considerata un "investimento speculativo".
 
L'agenzia di rating Fitch in pratica ci considera già in "recessione" e valuta in forte criticità il valore dei crediti vantati indicando una prospettiva che le svalutazioni su crediti rimangano elevate.
 
A parte tutte le valutazioni di merito e le analisi che si incentrano su cause ed effetti e strategie, quello che emerge, anche se sottaciuto in termini ufficiali,  è che ancora una volta gli errori di gestione verranno ancora una volta compensati (almeno in parte) con una bella spremitura dei clienti retail, cioè i semplici "consumatori".
 
Dopo che si sono divertiti al risiko dei grandi investimenti, delle speculazioni e delle operazioni finanziarie sul filo del rasoio e della legalità (e che molti di loro e loro "grandi clienti" si sono stra-arricchiti), come ormai d'abitudine, riversano il peso dei loro errori sulle tasche della colletività coadiuvati dal silenzio, se non dalla complicità, della politica.
 
Si allargano gli scenari di catastrofismo dove i predestinati a non prendere parte nei posti disponibili delle scialuppe di salvataggio sembrano essere di nuovo i consumatori europei e tra questi, in prima fila per affondare, spicchiamo noi Italiani.

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