28 novembre 2011

Ocse ci da i compiti per casa

compiti a casa

 Il pil dell'Italia segnerà un calo dello 0,5% nel 2012, contro il +1,6% previsto in precedenza. Lo rileva l'Ocse che rivede così al ribasso anche la stima 2011 a +0,7%, contro il precedente +1,1%. Per il 2013 l'Ocse prevede una crescita a +0,5%.
Gli esami non finiscono mai e così anche questo "organismo internazionale" si spende a dare ricette all'Italia per essere promossi all'esame della Recessione per la quale ci ha candidati già al 2012. Tra ricette ed inviti, si concede anche ad altre previsoni che se non servono a "gufare" certamete non incoraggia.
Disoccupazione in salita, salari "moderati" nella crescita e un'inflazione destinata a scendere nel 2012 al 1,7% (dal 2,7% del 2011). Ma il bilancio previsto del 2012 non ha tenuto conto di queste nuove previsioni per cui vengono indicate necessarie nuove misure nel 2012 (ma perché, il  Governo Monti ne ha già fatta qualcuna nel 2011?) per ottenere una nuova stretta al bilancio stesso (con effetti di contrazione più forti di quelli previsti). Si invita il governo ad utilizzare una forte determinazione per rimettere in ordine i conti seguendo un taglio della spesa piuttosto che un innasprimento delle tasse.
No a condoni fiscali e via libera all'aumento della flessibilità del mercato del lavoro passando anche alla liberalizzazione delle professioni e dei servizi d'impresa. Avanti anche con la privatizzazione dei servizi pubblici e libero ingresso di investitori stranieri nel settore finanziario.
Tho, guarda, c'è anche un accenno, magari non voluto a quanto fatto dal precedente governo, chiedendo al nuovo di "applicare pienamente" le misure d'emergenza varate da Berlusconi per il pareggio di bilancio del 2013 anche se ciò peserà sulla crescita a breve termine "ma è ncessaria" (maassii, ma che problema é!).
"Il deterioramento della fiducia in Italia è in parte auto-inflitto" (e ti pareva che non ci davano anche dei masochisti!) e la causa viene indicata nelle esitazione del precedente governo (qui non hanno tutti i torti...) e comunque sta a noi piangere i nostri mali che hanno comportato la tensione dui titoli e l'innalzamento dello spread (se lo dicono loro...).
Produzione industriale, fiducia ed export sono deboli ma la parte seguente è ancora più gustosa: "Il deficit commerciale resta abbastanza alto a causa del livello depresso della domanda in Italia, segno della scarsa competitività".
Se la crescita del Pil di Eurolandia è stata asfittica con un 1,6% nel 2011, peggio dovrebbe andare nel 2012 con un "topolino"  0,2% partorito dalla "montagna" Vecchio Continete e ritornare ad 1,3% nel 2013.

Cina, Stati Uniti e Giappone non ridono anche se si tende a considerare comunque gli innalzamenti che non sfuggono dall'ottica di un rallentamento di tutta l'economia mondiale.

Quando si leggono questi outlook dei signori che lavorano in questi grandi organismi internazionali che vengono poi utilizzati a destra e sinistra per propaganda o per chissà cos'altro, viene da chiedersi: Ma chi li paga tutti questi "grandi" funzionari?

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