04 maggio 2009

Microcredito: una filiale di Grameen Bank anche in Italia

Multinazionali europee in crisi. Crescono invece le attività di microcredito

La crisi globale si abbatte sui colossi europei. Alcune imprese multinazionali con sede nel Vecchio Continente – riporta questa mattina il Guardian – stanno vedendo crollare i profitti, e hanno cominciato a ridurre costi e posti di lavoro. Il gigante del petrolio Shell sta affrontando una diminuzione del 58 per cento dei profitti trimestrali. La British Petroleum ha annunciato invece un calo dei profitti a 2,4 miliardi di dollari. Anche il più grande produttore al mondo di acciaio, ArcelorMittal, registra un dimezzamento delle vendite: 15,12 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2009. Allo stesso modo, il più importante operatore telefonico d'Europa, France Telecom ha dovuto far fronte a un calo dei profitti del 7 per cento [a 4,3 miliardi di euro].


Notizie di questo tipo sono ben segnalate ogni giorno da valori.it mentre un altro sito dedicato alla finanza critica, finansol.it, in questi giorni ha messo insieme notizie che riguardano alcuni effetti «positivi» della crisi: ad esempio, la recessione avrebbe favorito la crescita delle attività di Zopa [società che sta scommentando in alcuni paesi europei sul microcredito on line] e di Banca etica; stessa situazione in Francia, come ricorda un articolo di Le Monde, che riferisce degli sviluppi dell'attività di Adie, che sostiene i disoccupati a creare la loro impresa. Adie è patrocinata anche da Yunus il fondatore in India di Grameen Bank [il più grande istituto di microcredito al mondo] che a sua volta sta per aprire una sede in Italia.


Un articolo del New York Times, infibem registra un fenomeno nuovo negli Usa: banchieri, pubblicitari, contabili e lavoratori comuni ora disoccupati, per spirito di servizio, per la voglia di passare il tempo libero o per assicurarsi un lavoro domani, si stanno precipitando negli uffici delle organizzazioni non-profit per offrire i loro servizi. Dalla stampa internazionale, avvertono i redattori di finansol.it, arrivano però anche notizie preoccupanti: in Gran Bretagna, le donazioni da parte delle imprese verso il settore degli enti di beneficenza e di volontariato dovrebbero diminuire quest'anno di circa 500 milioni di sterline, un terzo della somma stanziata lo scorso anno.

tratto da carta.org

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