(Repubblica Economia) ROMA - I risparmiatori e le associazioni accusano le banche. Le banche rimandano le accuse al mittente, sostenendo di aver prestato doverosamente la propria consulenza. Il problema rimane: in un mercato dove la stragrande maggioranza dei mutui è a tasso variabile, i rialzi già effettuati e quelli attesi da parte della Bce faranno ancora lievitare le rate in misura elevata, non sempre sostenibile dalle fasce più deboli, soprattutto se si pensa al boom del credito al consumo registrato negli ultimi anni.
Un tempo si preferiva il tasso fisso. Fino a una ventina d'anni fa nessuno sarebbe riuscito a convincere "il buon padre di famiglia" a fare un mutuo a tasso variabile. La clientela era decisamente orientata verso il tasso fisso. Poi però i tassi sono scesi, è arrivato l'euro, che prometteva una maggiore stabilità. Soprattutto, i prezzi delle case sono lievitati in modo insostenibile, e di fronte a un mutuo trentennale, forse quarantennale il tasso variabile è diventato l'unica scelta possibile.
Un tempo si preferiva il tasso fisso. Fino a una ventina d'anni fa nessuno sarebbe riuscito a convincere "il buon padre di famiglia" a fare un mutuo a tasso variabile. La clientela era decisamente orientata verso il tasso fisso. Poi però i tassi sono scesi, è arrivato l'euro, che prometteva una maggiore stabilità. Soprattutto, i prezzi delle case sono lievitati in modo insostenibile, e di fronte a un mutuo trentennale, forse quarantennale il tasso variabile è diventato l'unica scelta possibile.
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